Quando si parla di stipendi in Italia, il rischio di far venire a galla disuguaglianze di vario genere è piuttosto elevato. Una cosa, tuttavia, è certa: l’Italia presenta una media salariale sorprendentemente bassa rispetto ad altri paesi. In base ai dati dell’OCSE, lo stipendio medio di un lavoratore italiano si aggira attorno a €.24000,00 netti, ben €.3000,00 in meno rispetto alla media europea.
Un confronto che diventa ancor più impietoso se rapportato con gli stipendi percepiti in Germania, in Olanda, nei paesi scandinavi e, uscendo dai confini europei, negli Emirati Arabi Uniti. In alcuni stati di quest’ultima nazione, come si evince chiaramente consultando la media degli stipendi Dubai, il salario mensile può raggiungere cifre decisamente più elevate rispetto a quelle del nostro paese, come vedremo nel prosieguo dell’articolo.
Nord Italia: la locomotiva economica italiana
Il Nord Italia è, da sempre, il cuore pulsante dell’economia nazionale. Basti pensare al contributo fondamentale di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte nella produzione del PIL nazionale, grazie a un sistema imprenditoriale sviluppato e infrastrutture efficienti. Non stupisce, ad esempio, che lo stipendio medio annuo lombardo si attesti attorno a €.31000,00, con Milano, autentica capitale economica del paese, che raggiunge €. 35000,00.
Anche il Veneto e l’Emilia-Romagna non sono da meno, garantendo ai propri cittadini degli stipendi competitivi che, tuttavia, possono essere significativamente differenti in base alla tipologia di contratto e alla dimensione aziendale. Ma “non è tutto oro quello che luccica”. Anche nell’Italia settentrionale persistono alcune criticità come, ad esempio, il “caro-vita” nei grandi centri urbani, che erode il potere d’acquisto dei lavoratori e rende più complessa la quadratura dei conti alla fine del mese.
Centro Italia: non poche disparità
Il Centro Italia, come da tradizione, si colloca in una posizione intermedia, contraddistinta da alcune regioni – come Toscana e Lazio – che mostrano una certa vivacità economica e altre, invece, dove il mercato del lavoro è stagnante ed è più complesso trovare un’occupazione. A Roma, ad esempio, lo stipendio medio annuo si attesta attorno a €.29000,00, con sensibili differenze, però, tra pubblico e privato.
Anche in alcune città della Toscana, come ad esempio Firenze, si registrano stipendi medi annui analoghi a quelli percepiti dai cittadini capitolini. Ma spostandosi nelle aree più periferiche e rurali si notano cali piuttosto marcati e consistenti: in alcune città, lo stipendio medio annui è sotto la soglia di €.24.000,00, solo €.4000,00 in meno di alcune nazioni dell’Est-Europa in via di sviluppo. Il Centro, di conseguenza, risente della forte concorrenza del Nord e della mancanza di una forte politica industriale che sia in grado di rilanciarla.
Sud Italia: la questione salariale al centro delle problematiche del Mezzogiorno
Dal punto di vista occupazionale, il Sud Italia è indubbiamente la parte più fragile dello Stivale. Il Mezzogiorno è da decenni alle prese con una crisi occupazionale piuttosto marcata, che fa il paio con altre problematiche come l’economia sommersa e gli scarsi investimenti pubblici: offrire stipendi “competitivi”, di conseguenza, è alquanto complesso. In alcune regioni come la Basilicata e la Calabria, ad esempio, lo stipendio medio annuo è pari a €.21000,00. E in alcuni casi, come quello del lavoro precario, scende persino sotto questa soglia.
Il divario con la zona settentrionale del paese è piuttosto evidente: un lavoratore del Sud Italia può arrivare a percepire anche €.10000.00 lordi in meno rispetto a un collega del Nord con analoghe mansioni. Tutto ciò si traduce in un potere d’acquisto decisamente inferiore, oltre a marcate difficoltà nell’accesso al credito e la necessità di una prospettiva di vita lontano dalla propria città d’origine.